TECNICHE
TERRE EMERSE
TERRE EMERSE
TERRE EMERSE
TERRE SIGILLATE + RAKU
Terre Sigillate
La terra sigillata è una tecnica molto antica, che si sviluppa fra i popoli del Mediterraneo (Etruschi, Persiani, Fenici).
Il suo uso permette ad un oggetto in terracotta di mantenere all’interno dei liquidi: olio,vino ecc.
Successivamente, con la scoperta della cristallina, o vetrina, da parte degli Egizi - IV Sec a.C. – la terra sigillata viene sostituita con la ceramica invetrinata.
La terra sigillata è una tecnica molto antica, che si sviluppa fra i popoli del Mediterraneo (Etruschi, Persiani, Fenici).
Il suo uso permette ad un oggetto in terracotta di mantenere all’interno dei liquidi: olio,vino ecc.
Successivamente, con la scoperta della cristallina, o vetrina, da parte degli Egizi - IV Sec a.C. – la terra sigillata viene sostituita con la ceramica invetrinata.
Questa tecnica consiste nel chiudere meccanicamente tutti i pori della terracotta.
L’oggetto, quando è allo stadio cuoio, viene levigato con una pietra rendendolo liscio.
si lascia decantare l’argilla in acqua piovana per circa un mese,
in questo modo si ottiene un’argilla finissima;
l’oggetto levigato e secco viene immerso per sette volte nel liquido decantato, lasciandolo asciugare ad ogni passaggio; cosi lavorato avrà una vetrificazione naturale,si passa poi nel forno, ad una temperatura intorno ai 900°C, per la prima cottura.
Raku
Il Raku è una tecnica giapponese che nasce con la filosofia Zen, per la realizzazione di tazze per la cerimonia del Té.
La differenza tra la ceramica tradizionale e il Raku sta nella seconda cottura, quella con gli smalti: nella ceramica tradizionale l‘oggetto viene lasciato raffreddare nel forno, con la tecnica Raku l’oggetto viene estratto dal forno quando lo smalto fonde (850-900 °C). A questo punto ogni ceramista ha i suoi piccoli segreti.
Io metto l’oggetto all’interno di un contenitore con delle foglie secche.In questo modo si ottengono due risultati :
-la combustione forzata determina una riduzione degli ossidi presenti nello smalto, creando dei colori particolari;
-lo schok termico sviluppa delle micro fratture nello smalto, il fumo penetra nelle crepe e crea un effetto ragnatela:il cracquele.
Il Raku è una tecnica giapponese che nasce con la filosofia Zen, per la realizzazione di tazze per la cerimonia del Té.
La differenza tra la ceramica tradizionale e il Raku sta nella seconda cottura, quella con gli smalti: nella ceramica tradizionale l‘oggetto viene lasciato raffreddare nel forno, con la tecnica Raku l’oggetto viene estratto dal forno quando lo smalto fonde (850-900 °C). A questo punto ogni ceramista ha i suoi piccoli segreti.
Io metto l’oggetto all’interno di un contenitore con delle foglie secche.In questo modo si ottengono due risultati :
-la combustione forzata determina una riduzione degli ossidi presenti nello smalto, creando dei colori particolari;
-lo schok termico sviluppa delle micro fratture nello smalto, il fumo penetra nelle crepe e crea un effetto ragnatela:il cracquele.
“Ho ideato questo mix
di tecniche anni fa.
Questi oggetti passano nel forno ben 4 volte;
nell’ultima cottura si aggiunge il crine di cavallo
per ottenere il disegno nero .
Il mix di tecniche di cui faccio uso fa sì che
ogni singolo oggetto racchiuda un pezzo di storia della ceramica:
dalle terre sigillate del V sec. a.C., al Raku del XVI sec.,
fino ai giorni nostri con l’Horse-raku.”
Questi oggetti passano nel forno ben 4 volte;
nell’ultima cottura si aggiunge il crine di cavallo
per ottenere il disegno nero .
Il mix di tecniche di cui faccio uso fa sì che
ogni singolo oggetto racchiuda un pezzo di storia della ceramica:
dalle terre sigillate del V sec. a.C., al Raku del XVI sec.,
fino ai giorni nostri con l’Horse-raku.”